Articolo integrale apparso sullo Speciale Giardini della rivista "Nuovo Ossigeno". A cura di Alexandra Munzi, agronoma dello studio Ce.S.A.F.
Quando realizziamo o recuperiamo un giardino, non creiamo solo qualcosa di bello ma progettiamo uno spazio funzionale capace di offrire numerosi benefici prima di tutto a noi e alla nostra casa e poi all’ambiente urbano stesso. Come abbiamo avuto modo di ripetere, le piante ombreggiano gli edifici, producono ossigeno e assorbono anidride carbonica, filtrano l’aria dalle sostanze inquinanti, contrastano l’isola di calore grazie alla traspirazione. Naturalmente ogni albero e ogni arbusto contribuisce in modo differente. La specie (e quindi il portamento) e la dimensione rappresentano fattori influenti. Importante però è anche la dimensione del giardino.
I DIVERSI CASI STUDIO
Per quantificare il contributo di tutti questi fattori, abbiamo effettuato un confronto tra i benefici forniti da giardini di tre diverse dimensioni. Per ciascuno di essi si è quindi voluto comprendere come cambiasse l’assorbimento della CO2 nel caso si mettessero a dimora piante giovani oppure alberi già formati (come si dice, a pronto effetto). Per questo studio sono stati scelti:
- piccolo giardino di città (circa 50 mq), caratterizzato da spazi limitati che permettono la presenza di un solo alberello ornamentale. Sul perimetro è stata realizzata una alta siepe schermante, abbellita alla base da bordure fiorite. Molti altri arbusti sono stati collocati in vasi decorativi intorno alla casa.
- giardino modello di medie dimensioni (circa 300 mq), tipicamente mediterraneo, caratterizzato da ampie superfici a prato punteggiate da dense macchie di arbusti fioriti. Sul perimetro un’alta siepe schermante e all’interno alcuni alberi di medio sviluppo.
- parco di grandi dimensioni (3000 mq) dominato dalla componente arborea, con esemplari di diversa specie e sviluppo a maturità. Il tutto completato da bordure e macchie arbustive fiorite all’interno e da una siepe sul confine.
LA QUANTIFICAZIONE DEI RISULTATI
Nelle Figure 1 e 2 si possono osservare i valori medi di performance riferiti su base annua ottenuti dalla simulazione. Il grande parco, naturalmente, presenta i migliori risultati in termini di stoccaggio di CO2, di liberazione di ossigeno e di assorbimento di inquinanti. Nella Figura 3 si analizzano invece le differenze di benefici, per un periodo di 5 anni dalla realizzazione del giardino, a seconda della dimensione delle piante messe a dimora. In generale, le piante a pronto effetto assorbono una quantità di CO2 superiore del 31% rispetto a quelle giovani. Ciò è determinato semplicemente da una maggiore massa fogliare, sede del processo fotosintetico.
GIOVANI PIANTE O PIANTE PRONTO EFFETTO?
La scelta di piante a pronto effetto fa sì che il giardino abbia fin dal suo completamento un aspetto “maturo” e quindi presenti già la sua forma definitiva. Il proprietario ne potrà godere in tal modo fin da subito tutti i benefici. Questo tipo di scelta dipende sia dalle esigenze del committente sia, ovviamente, dalle sue disponibilità economiche. La scelta di piante giovani porta comunque ad un risultato di successo. È solo necessario attendere qualche anno in più (di solito 4-5 anni) per dare modo alle piante di crescere e di raggiungere il loro pieno sviluppo ed efficacia in termini di benefici ambientali.
OGNI GIARDINO FA LA SUA PARTE
Se un giardino di grandi dimensioni offre migliori performance ambientali in termini assoluti, non si deve in alcun modo sottovalutare il ruolo ecologico e ambientale di piccoli spazi verdi. Piccoli spazi in connessione tra loro creano infatti una rete verde uniforme all’interno del tessuto urbano, offrendo in tal modo benefici che si estendono efficacemente all’intero agglomerato urbano. Ogni spazio, dal più piccolo al più grande, è unico e svolge fondamentali servizi ecosistemici. Per questo la riqualificazione del verde, privato e pubblico, nelle città è oggi un argomento di grande interesse. Se ciascuno di noi offre il suo piccolo contributo avremo la certezza di avvicinarci all’obiettivo.