Le piante e il loro impatto sulla lotta all’inquinamento atmosferico e la salute del Pianeta. Dati che quantificano l’emissione annuale di ossigeno nell’aria e l’assorbimento di anidride carbonica, smog e particolato PM10 a partire dalle specie coltivate nel nostro vivaio: è questo l’obiettivo della ricerca condotta per MATI 1909 all’interno del progetto MATI 4 Life – per un futuro sostenibile – dallo Studio Tecnico Agronomico Cesaf di Pistoia, guidata dal team del Dr. Federico di Cara e partita dalle analisi effettuate dal Prof. Francesco Nicese del dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università di Firenze. La ricerca è stata pubblicata dalla rivista Gardenia.
Consapevoli del ruolo centrale della vegetazione per la vita del Pianeta, abbiamo voluto che fosse calcolato il contributo effettivo delle piante che coltiviamo nel migliorare la qualità dell’aria del territorio in cui operiamo. Per comprenderne la portata, ad esempio sul podio del sequestro di CO2 ai vivai spetta la medaglia d’argento: solo le aree boschive riescono infatti a fare di meglio, mentre altre aree verdi antropizzate come quelle dell’agricoltura estensiva o degli oliveti non reggono il confronto.
I rilevamenti hanno riguardato anche dati sull’impatto ambientale, con il calcolo delle emissioni medie annuali di CO2 prodotte a metro quadrato dalle attività del vivaio MATI, comparate con quelle di altre realtà industriali presenti sul territorio (un’industria tessile e una cartiera). Ed è proprio il settore del verde ornamentale che ha registrato il minore impatto.
Di seguito l’articolo pubblicato sulla rivista “Gardenia” (Cairo Editore):